La Morte Corre sul Filo delle Sbarre

In carcere si può morire questo è certo e che si possa morire per i motivi più disparati e non legati all’esecuzione pena anche questo non è né strano né inusuale. Però che si possa morire per caso, senza giustificazione alcuna e soprattutto nella generale e totale indifferenza di tutti, operatori o meno, oltre che crudele è sicuramente sinonimo di inciviltà.
Stiamo affrontando una fortissima regressione sociale e questo lo si vede chiaramente attraversando il mondo in tutte le sue molteplici manifestazioni ma lo si apprezza ancor più chiaramente analizzando i margini del mondo di cui il carcere è – probabilmente – il massimo rappresentante.
La notizia è recente e già molte parole si sono spese ma noi avvocati penalisti non possiamo non dire la nostra, non possiamo non denunciare un fatto gravissimo avvenuto nel luogo in cui andiamo tutti i giorni a fare il nostro lavoro e che dovrebbe avere la finalità – nel senso politico e filosofico del termine – di rieducare.
Bel modo di rieducare!
Tuttavia non si vuole fare polemica, non è il nostro ruolo e noi non siamo i destinatari naturali delle polemiche da talk show televisivo.
Noi siamo gli attori della giustizia penale nel senso più ampio, svolgiamo un’altissima funzione e dobbiamo affrontare il problema con sguardo tecnico e ottica di politica criminale senza falsi moralismi e senza infarciture da torbida storia di cronaca nera.
Era tunisino rinviato a giudizio ed in attesa di processo, aveva 43 anni ed era in custodia preventiva. Indagato, imputato, presunto innocente fino a prova definitiva, irrevocabile di colpevolezza, sancita con sentenza. Ed è morto senza saperlo, da innocente.
Non si conosce con chiarezza la dinamica del fatto e probabilmente non la conosceremo perché, avrete notato, tutto quel che succede a Sollicciano rimane a Sollicciano come nel Miglio Verde. Un’assoluta omertà istituzionale che non fa e non ci fa onore.
Ed è per questo che nel denunciare a gran voce questo fatto gravissimo su cui a dire il vero non si sono spese grandissime parole, perché sono altre le notizie che fanno audience, invito tutti coloro che come me affrontano tutti i giorni il carcere a denunciare, delitti, violenze, malagiustizia in tutte le sue forme per trasmettere ogni anomalia, ogni sopruso, ogni mancanza di cui siano stati vittime i propri assistiti, perché il nostro compito è quello di vigilare e intervenire per correggere i correttori che altrimenti restano e resteranno sempre inerti.
Anche questo scritto ha questa funzione e spero arrivi a chi abbia orecchie per sentire.

Avv. Massimiliano Chiuchiolo